In viaggio con Giulietta

di Annalisa Rabagliati
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Raggiungere con l’aereo la meta delle vacanze sarà poco faticoso e molto veloce, a parte le lunghe attese e i check-in negli aeroporti, partire con un viaggio organizzato sarà semplice e comodo, ma noi preferiamo viaggiare con l’auto: non hai orari prestabiliti, puoi cambiare destinazione quando vuoi, non sei obbligato a viaggiare con estranei da farti piacere a tutti i costi.

Quasi ogni anno perciò noi partiamo per le vacanze con la nostra auto per luoghi anche abbastanza lontani. Negli ultimi anni siamo spesso andati nel nord Europa e la Germania era un passaggio d’obbligo: due tappe o più erano sul suo territorio. In questo modo abbiamo visitato molte località tedesche che non avremmo mai visto, se fossimo andati al Nord con l’aereo.

Quest’anno abbiamo deciso che la Germania sarebbe stata la nostra meta e che avremmo finalmente conosciuto due città molto famose: Dresda ed Amburgo. Così abbiamo abbozzato un piano di viaggio, a dire il vero non molto particolareggiato, abbiamo caricato i bagagli nell’auto, la Giulietta, e via, assaporando quel senso di libertà che non avere vincoli ti concede.

Certamente uno spirito veramente libero viaggerebbe con lo zaino sulle spalle e, se non proprio in autostop, almeno con il treno e andrebbe a dormire in un campeggio, ma mio marito ed io non abbiamo più vent’anni (da molto, molto tempo …) e lui non vuole neppure prendere in considerazione l’idea di viaggiare in camper: sostiene infatti che siccome lavora sodo già tutto l’anno non vuole che le sue vacanze siano una sfacchinata.

Ecco dunque un altro viaggio vacanza in macchina ed in hotel, sperando che Dio ce la mandi buona. Non sapete infatti quante volte possa capitare che gli hotel siano tutti al completo o che si trovino solo sistemazioni di fortuna. Vi chiederete perché non prenotiamo su Internet e vi rispondo che lo faccio spesso, ma questa volta, non avendo deciso in anticipo né la data, né l’orario di partenza, ma soprattutto neanche quale sarebbe stata la prima tappa, non era proprio possibile prenotare e poi dove mettiamo quel minimo senso di avventura?

Altre volte avevo pianificato per bene i miei viaggi, ma è anche capitato che per qualche causa imponderabile siano in parte saltati, magari per una lunga coda o un ingorgo stradale ed è proprio in quei casi fortuiti che abbiamo raggiunto luoghi imprevisti, ma bellissimi.

Per i bagagli da caricare solite diatribe tra marito che vuole portare il minimo indispensabile e moglie che vorrebbe una grande valigia per mettere tutto, ma proprio tutto quel che serve e quel che “non si sa mai”. Alla fine si raggiunge un compromesso: due trolley misura da cabina aereo e due zaini per ombrelli, giacca a vento, ciabatte da spiaggia … A quanti accessori deve rinunciare una moglie per non essere in lotta continua col marito! Ma sa bene che gli unici accessori irrinunciabili sono la Vignette per l’autostrada in Svizzera e la guida Michelin che ti dice tutto sulla Germania.

E a proposito di Svizzera ecco il primo problemino: avendo scelto di passare il confine a Chiasso e dirigerci verso il San Gottardo, incontriamo una bella coda, un’ora di sosta incolonnati, prima del tunnel, dove eseguono lavori. Visto che non si può stabilire tutto a priori? Riguardo le code abbiamo scoperto due cose che accomunano Svizzera e Germania: quando c’è un ingorgo bisogna disporsi in due file come da noi, ma quella di destra deve essere sul bordo della corsia di emergenza, per creare una corsia interna per i mezzi di soccorso e poi quando ci sono lavori che si protraggono a lungo vengono allestiti dei bagni chimici per i poveri automobilisti con necessità …

Passato il tunnel del San Gottardo ci troviamo a costeggiare una delle sponde del lago di Lucerna per poi dirigerci verso Zurigo.
A questo punto vorrei porvi una domanda: voi siete pro navigatore satellitare o no? Il fatto stesso che ve lo chieda dovrebbe rivelare che noi siamo più propensi ad usare le carte stradali: ci piace vedere il percorso complessivo, decidere quale sia il più conveniente o il più interessante, calcolare i tempi e i chilometri alla maniera vecchia. Il navigatore lo usiamo quando abbiamo un indirizzo preciso, quando dobbiamo cercare un albergo o uscire da una città, anche se a volte capita che non sia aggiornatissimo e ti dica ad esempio di invertire la marcia in una strada a senso unico, perché non è al corrente delle modifiche recenti.

Quello di Giulietta è ottimo, ma per il momento preferiamo non usarlo e così ci ritroviamo ad andare alle cascate del Reno con la statale da percorrere lentamente, mentre tutti ci arrivano in autostrada.. Non importa però, perché andare sulla statale significa vedere il vero aspetto di un Paese, le case e i luoghi dove la gente vive e arrivare per caso al ponte che attraversa il Reno, in cui si svolge una gara di canoe, in una domenica di festa.

Le cascate del Reno, vicino a Sciaffusa, sono spettacolari, larghe, anche se non altissime come quelle norvegesi, ma ugualmente frequentate da turisti di tutto il mondo: si comincia a respirare aria internazionale.
Decidiamo di fermarci a dormire nel paesino delle cascate, anziché andare a Sciaffusa e, non vedendo alberghi, ci affidiamo al navigatore che ci conduce davanti ad un hotel dall’aria modesta, ma decorosa.

Il portiere è un Indiano abbastanza gioviale che, come tanti stranieri, si è trasferito in Svizzera ed è inevitabile chiederci come faccia un Paese così piccolo a dare lavoro a tanta gente. Sarà per le banche? Mah! Tentativo del portiere, il primo di una lunga serie di persone, di parlare in Italiano, tentativo mio di mettere a frutto le lezioni di Tedesco dell’Unitré, alla fine ci si capisce e prendiamo possesso di una camera al terzo piano, senza infamia e senza lode, con il bagno e le pareti rivestiti di legno.

Mio marito appena appoggia la testa sul cuscino cade in catalessi, io invece, deliziata dal concerto in Hindi degli amici del portiere, suoi conterranei (“canta Bolliwood!”), ci metto un po’, anche perché fa caldo quasi come in Italia (32°) e non c’è aria condizionata. Una sorpresa avviene il mattino seguente quando al risveglio, con la stanza inondata di luce perché mancano le persiane, cosa comune nei Paesi del Nord, vedo due “graziose” bestioline correre sul mio comodino : due piccole blatte del legno che giocano a rimpiattino tra le mie cose! Orrore! Almeno quando andavo in campeggio sapevo che potevano esserci ragni o altro! Pensate come avrei potuto dormire se le avessi viste la sera prima!

Mentre secondo mio marito non c’è nulla di cui preoccuparsi io disfo completamente la valigia, che avevo incautamente lasciato aperta, per scuotere accuratamente ogni indumento. Questo episodio purtroppo segnerà tutto il nostro viaggio, nel senso che in qualsiasi posto andrò, fosse anche un cinque stelle, chiuderò accuratamente la valigia e metterò giacche e quant’altro distante dai muri. Se questo succede nella civilissima Svizzera …
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Ed eccoci diretti verso la Germania: prima tappa l’isola di Mainau, sul lago di Costanza, il Bodensee. Avevate mai sentito parlare di quest’isola? Io ho saputo della sua esistenza seguendo un documentario su Rai5 e credetemi, è stato bello andarci, perché la deliziosa isola, collegata alla terraferma da un ponte, ospita un parco immenso, un palazzo settecentesco e giardini curatissimi e il tutto appaga la vista.

L’isola è meta di molti visitatori, soprattutto tedeschi, molti anziani, famiglie con bambini, molti che ci arrivano in bicicletta. Noi ci passiamo volentieri la mattinata e poi, naturalmente, andiamo a visitare Costanza. Volete seguirci?

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In viaggio con Giuliettaultima modifica: 2017-07-14T21:52:28+02:00da picci-teacher
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