In viaggio con Giulietta 3 La città del giocattolo

di Annalisa Rabagliati
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Norimberga è fin dalla sua fondazione una città commerciale, crocevia di traffici verso l’Europa del Sud e dell’Est e sede di artigiani produttori di manufatti preziosi. Della sua storia all’epoca degli imperatori tedeschi del Medio Evo resta a dare testimonianza la fortezza castello che visitiamo in una calda mattinata per ammirare dall’alto il panorama della città, fatto di case dai tetti rossi, quasi tutte ricostruite dopo il 1945.

La città vecchia è circondata da una cinta muraria di 5 km, ma non abbiamo né il tempo, né la forza di percorrerne la passeggiata : peccato! Però riusciamo, scendendo, ad andare a visitare la casa di Albrecht Dürer, il grande incisore/pittore, di cui sono conservate nel museo nazionale germanico di Norimberga le opere più famose: la nota rappresentazione di Carlo Magno, ad esempio, e il ritratto della madre del pittore.

Un’altra sua opera eccezionale è il bovindo che disegnò per la canonica della chiesa di San Sebaldo. A Norimberga questi bovindi, che venivano chiamati “coretti” erano 450, ma ne restano solo 80. Quello su disegno di Dürer che vediamo nella piazza in realtà è una copia: l’originale, salvato dalla guerra, lo troviamo al museo nazionale germanico, in cui entriamo gratuitamente il mercoledì sera. Nello stesso museo si trova il mappamondo più vecchio del mondo, realizzato nel 1492 prima della scoperta dell’America, che, infatti, non vi è rappresentata, ed il primo orologio da tasca.

Nella chiesa cattolica Frauenkirche (Nostra Signora) leggiamo, sul dépliant descrittivo, un particolare storico che, stranamente, il libretto-guida della città non riporta, ma che, ancor più stranamente, la chiesa ammette: la Frauenkirche, del XIV secolo, sorge nella piazza del mercato, allestita sulle rovine del preesistente quartiere ebraico, posto lungo il fiume, tra i quartieri di San Sebaldo e San Lorenzo, cresciuti intorno alle due splendide chiese, ora protestanti, che visitiamo.

Il quartiere ebraico fu distrutto durante un incendio appiccato a bella posta per cacciarne gli abitanti, così i quartieri “cristiani” poterono unirsi e l’imperatore Carlo IV, che, evidentemente, come usava all’epoca, era un tantino antisemita, concesse di costruire la splendida cattedrale e promosse Norimberga a città imperiale con la Bolla d’Oro. In onore dell’imperatore venne poi nel ‘500 installato sulla facciata della Frauenkirche un orologio-carillon che allo scoccare del mezzogiorno fa suonare i fantocci di due trombettieri e sfilare quelli di sette principi elettori per tre volte davanti al fantoccio dell’imperatore. Anche noi , come tutti i turisti, a mezzogiorno stiamo a naso in su, a goderci lo spettacolo.

Certamente i Tedeschi sono sempre stati maestri nella costruzione di meccanismi e giocattoli e Norimberga è la patria del giocattolo: c’è perfino il museo ad esso dedicato, che non manchiamo di visitare, per affondare nei nostri ricordi di bambini cresciuti ed appagare desideri che non avevamo visto realizzati da piccoli.

Centinaia di giocattoli esposti sui tre piani del museo ti fanno rivivere sentimenti infantili, percorrendo la storia del giocattolo, dai tempi in cui solo a pochi piccoli ricchi era concesso averne, ai tempi più democratici della nostra infanzia e di quella di nostro figlio. Ritroviamo infatti i giocattoli degli anni 50 , 60 e 70, per lo più dimenticati, e il trenino di legno già ecologico e politicamente corretto che comprammo al Centro Gioco Educativo…

Ma, anche se politicamente scorrettissimi e filologicamente anti-femministi, i giocattoli che preferisco non sono le bambole, che non ho mai sopportato, ma le riproduzioni degli ambienti di casa, le deliziose cucinette, le salette da pranzo, i servizietti da tavola elegante che mi facevano sognare da bambina e che non ho mai potuto avere!
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Molte altre cose vediamo a Norimberga, ad esempio la fontana bella della piazza del mercato, l’ospedale del Santo Spirito … ma non è il caso di elencarle tutte qui. Voglio solo ricordare la “Via dei diritti dell’uomo”, opera di un artista israeliano inaugurata nel ‘93: una serie di 30 colonne bianche che si susseguono enunciando in Tedesco e ed in altre lingue gli articoli dell’ONU sui diritti umani. A Norimberga ogni due anni dal ‘95 viene assegnato un premio a chi opera per il rispetto di questi diritti. Nella città in cui furono promulgate le leggi razziali dei criminali nazisti la “Via dei diritti dell’uomo” non è opera da trascurare di vedere.
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In viaggio con Giulietta 3 La città del giocattoloultima modifica: 2017-07-28T16:18:03+02:00da picci-teacher
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