In viaggio con Giulietta9 Impressioni del ritorno

di Annalisa Rabagliati
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Il viaggio in Germania volge al termine e ripenso a ciò che mi ha più colpito. Le città viste, certamente, la caparbia tenacia della ricostruzione, ma anche la natura, che un Paese industriale come questo rispetta e cerca comunque di proteggere. Abbiamo visto paesaggi inattesi, foreste sulla costa, scogliere bianche e mare pulito. Ho fatto del bird-watching occasionale. Per carità, niente di strutturato, con appostamenti, binocoli o altro, semplicemente ho osservato i volatili, ma dirlo in Inglese sembra faccia più  fine … Durante gli spostamenti in macchina, anche sulle autostrade, non si contano i falchi che abbiamo visto, in particolare nella Germania centro- meridionale, mentre un po’ dappertutto si trovano folaghe  e germani (mi pare giusto, essendo in Germania) e  al nord frequentemente abbiamo visto cicogne, dalle ali bianche con la punta delle penne nera, uno spettacolo molto inusuale per noi . Un’altra visione per me eccezionale è capitata un giorno in cui mi trovavo sulla spiaggia di Binz, sul Baltico. Ho sentito alle mie spalle un rumore inconsueto, come una serie di colpi secchi ripetuti e, voltandomi, ho visto volare a tre o quattro metri da terra uno splendido cigno selvatico. E le rondini? Le comuni rondini che a Torino ormai è così raro vedere le ho ammirate spesso in Germania.

Ma è ora di tornare a casa, ci restano  tre giorni di ferie. Dobbiamo percorrere circa 1200 km  e, naturalmente, non conviene farli tutti in una volta, occorre prevedere due tappe o tre, sia per non stancarci troppo, viaggiando con l’ansia di raggiungere il traguardo tutto d’un fiato, sia per godere ancora un po’ del soggiorno in Germania.

Dove effettuare la prima sosta? Ci sono tante belle città lungo il percorso, ma  le abbiamo già visitate durante altri viaggi, oppure sono troppo vicine ad Amburgo o, al contrario, richiedono una tappa troppo lunga. Consultiamo la vecchia, fidata, guida verde Michelin e decidiamo di fermarci a Würzburg, una città di 120.000 abitanti, sede di un’antica università, capoluogo della Bassa Franconia, una zona della Baviera. Per l’albergo consulteremo il navigatore di Giulietta quando saremo in loco e la scelta si rivelerà ottima. Posizione centrale, elegante, ma non esageratamente, posto su una piazzetta che aggira la necessità di cercare un garage, con annesso ristorante nel cui dehors ceneremo fino allo scoppio di un violentissimo temporale che rinfrescherà l’aria, per fortuna. La temperatura di Würzburg, infatti, è torrida come quella italiana e noi, partiti da Amburgo al mattino con 19 gradi, ci siamo disabituati ai 35 e ci ritroviamo a boccheggiare in una città con le strade centrali pavimentate in pietra.

Peraltro Würzburg è molto bella e vale veramente la sosta: c’è la residenza dei principi vescovi con parco, che ricorda parecchio la reggia di Versailles, perché in stile barocco, ma anche per la spianata davanti al palazzo, simile, in piccolo, alla Cour de Marbre. Rimandiamo la visita del parco, aperto fino al calar del sole, senza sapere che a causa del temporale non potremo vederlo che dall’esterno, e ci rechiamo in auto alla fortezza Marienberg che si trova sulla collina prospiciente la città, per ammirare il panorama e con la speranza di godere di un po’ di fresco. Speranza vana, perché  c’è afa anche in collina e la passeggiata dei bastioni va raggiunta a piedi … Comunque il panorama, con vista che spazia sulla città e  sui vigneti delle colline antistanti, è notevole e il caldo è un po’ mitigato dal verde che ci circonda. Non è così, invece, nel centro città che raggiungiamo per vedere il Duomo,la piazza del mercato, la chiesa cattolica Marienkapelle, le stradine e il ponte monumentale sul Meno, dove abitanti, turisti e studenti sciamano e prendono l’aperitivo. Tutto è avvolto in una cappa d’afa insopportabile, tanto che quando, finalmente, inizia a piovigginare, nessuno pensa minimamente a ripararsi, incurante delle gocce sempre più fitte.

  Una bella scoperta Würzburg, che lasciamo soddisfatti di aver visitato, anche  se troppo velocemente. Si parte verso casa con l’autostrada A7, deviando a Memmingem per arrivare in Svizzera, vicino al confine con il Liechtenstein, poi ci sono diverse possibili autostrade da percorrere   per raggiungere l’Italia, che ci obbligano però a fare giri un po’ tortuosi. Ma abbiamo un navigatore, no? E allora proviamo a digitare il nostro indirizzo e, per una volta, affidiamoci a Giulietta. Il navigatore ci guida fino a Coira per  prendere una semiautostrada che noi, pensando che fosse una semplice statale, avremmo sicuramente scartato e che, invece, ci porta quasi al confine in poche ore, passando dal tunnel del San Bernardino. In  otto ore da Wurzburg  arriviamo a Bellinzona e non  abbiamo più necessità di una tappa intermedia. Peccato che lì inizi una coda interminabile: Svizzeri e Tedeschi spasimano per l’Italia, vogliono venire nel paese del sole!

Percorrendo la strada che porta al San Bernardino seguiamo al contrario il corso del Reno, fino quasi alla sua sorgente e penso che il nostro viaggio è iniziato  da questo fiume, dalle sue cascate, dal suo lago, il Bodensee, e termina dove il Reno nasce. Ma abbiamo visto anche un altro grande fiume: l’Elba, prima a Dresda, vicino al confine con la Repubblica Ceca, poi ad Amburgo, dove ha l’estuario. Mi viene in mente che Reno ed Elba erano importantissimi all’epoca dell’Impero Romano, perché uno, il Reno, segnava il “limes” dove finiva la civiltà e l’altro, l’Elba, era il baluardo dei Germani contro popoli dell’est ancora più “barbari” e bellicosi. Non so se i miei ricordi di storia siano molto precisi, ma penso che, grosso modo, abbiamo visitato terre che in altre epoche per noi, nati al di qua delle Alpi, erano inospitali e pericolose. Ora invece  abbiamo trovato ovunque un inatteso spirito di accoglienza e integrazione e un’apertura mentale che si comprendono dall’atmosfera rilassata che abbiamo percepito. Tutto il contrario della freddezza e frenesia che ci si aspetterebbe in un paese ultra organizzato come la Germania. Che i Tedeschi abbiano imparato la gioia di vivere a forza di venire in Italia? Allora spero che la insegnino di nuovo a noi!

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In viaggio con Giulietta9 Impressioni del ritornoultima modifica: 2017-08-09T22:28:53+02:00da picci-teacher
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