Giulietta in Toscana 3

di Annalisa Rabagliati

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Ci troviamo a San Gimignano, la città dalle cento torri. Turisti ovunque, soprattutto stranieri, anche in questi tempi di Covid. Un negoziante mi dice che questo è un anno di magra! Chissà allora che folla l’anno scorso! Ma la presenza di tanta gente non è un problema: l’atmosfera è rilassata e vedendo tanti turisti in questa calda giornata di fine settembre ci sembra di essere ancora in piena estate.

Anche San Gimignano nel Medio Evo era attraversato dalla via Francigena, che fece la sua fortuna. Si trova su un poggio, immerso tra olivi secolari, cipressi e vigne, che permettono di produrre vini nobili, come la Vernaccia. La bellezza del paesaggio si accompagna alla bellezza artistica e architettonica. In realtà le sue torri medievali non erano cento, ma settantadue ed ora ne restano “solo” quattordici. Ma che importa? Il fascino di questa città è unico e, riguardo le opere d’arte, entrate nella Cattedrale del XII secolo  con i suoi affreschi, statue e sculture e resterete estasiati.    Se non ci potete andare guardate qualche foto sulla mia pagina Facebook oppure su Instagram (picci_teacher).   Di persona è meglio, però, anche perché di fianco alla Cattedrale  ci sono sempre turisti speciali che si esibiscono con i loro strumenti musicali. Noi abbiamo la fortuna di assistere all’esibizione di un trio d’archi che viene dalla Repubblica Ceca. Spettacolo non solo gradevole, ma suggestivo.

Prima di lasciare San Gimignano vaghiamo un po’ per i suoi vicoli, rimirando il panorama ed entrando nei negozi di vasellame alla ricerca di un piatto di ceramica dipinto da portare a casa come souvenir. Fin da giovane ho iniziato una collezione di questi piatti murali, acquistandone uno proprio a Siena. Era bellissimo, decorato a mano e piuttosto grande. Lo avevo anche pagato poco. Con il tempo ho constatato che ovunque io andassi i piatti murali diventavano sempre più piccoli, raramente decorati a mano, ma, in compenso, sempre più cari. Lo confesso alla simpatica  proprietaria di un negozio con ceramiche meravigliose, per spiegarle perché, non essendo Americana, mi devo accontentare di un piccolo magnete a forma di coppo, però decorato davvero a mano e davvero in Toscana!

E così siamo giunti alla fine del nostro viaggio e per non patire troppo la malinconia del ritorno, facciamo una sosta a Piazza dei Miracoli, a Pisa, per sentirci ancora in vacanza. Ma qui l’ambiente non è più lo stesso degli altri giorni: Pisa mi piace, ma ci sono troppe bancarelle di souvenir, troppa confusione di visitatori, nonostante il rischio di contagio da Covid. Devo considerare, però, che la torre pendente è unica al mondo e la voglia di vederla da parte di turisti d’ogni dove è comprensibile!

Questa volta per tornare in Piemonte scegliamo di seguire la costa ligure fino a Genova, senza trovare traffico eccessivo e transitando sul nuovo bellissimo ponte di Renzo Piano. Inutile dire che il nostro pensiero va a chi ha perso la vita trovandosi nel momento sbagliato sul ponte Morandi, dove noi Piemontesi siamo passati tantissime volte. Il destino non lo puoi scegliere.

Tirando le somme, il nostro viaggio è andato bene, anzi benissimo. A me la Toscana piace, è sempre piaciuta, e mi piacciono i Toscani, così schietti, allegri , magari un po’ sbruffoncelli, ma simpatici. Ed è gente che ama mangiare e bere bene, per cui mi piace molto anche la cucina toscana, così rustica, tradizionale, non infiocchettata. Mio marito ha gustato una fiorentina da un chilo, io mi sono buttata sui crostoni, ma la mia preferita è la ribollita. Non puoi andare in Toscana e non gustare la ribollita! Assaggiai per la prima volta da giovane questa zuppa, preparata da Giulia, la mia amica, con solo cavolo nero.

Non sono mai riuscita a dimenticarla,( non solo la mia amica, anche la zuppa!) perciò in queste sere, ovunque andassi, la ordinavo ( la zuppa, non la mia amica!). Ogni locale la fa alla sua maniera, ed ogni maniera è entusiasmante. Alla base di tutto c’è il cavolo nero e ci sono i fagioli cannellini. Poi qualcuno aggiunge verza e erbette, altri carote, sedano e cipolle, altri patate, ma l’importante è adagiare la zuppa su fette di pane casereccio secco che si imbevono bene di brodo, perché  si tratta di un piatto nato dalla necessità, come quasi tutti i piatti della tradizione contadina.  Se volete provare a farla forse vi conviene andare sul web, dove trovate tutte le ricette che volete. Dubito che seguire una ricetta dia al neofita lo stesso risultato che dà a chi la prepara e la gusta da sempre, ma non si sa mai!

Il nostro viaggio poteva forse andare ancor meglio, se lo avessi programmato in anticipo, consultando, prima della partenza, guide turistiche e carte stradali dettagliate e prenotando alberghi via mail, come facevo una volta, quando mio marito conosceva il giorno esatto in cui sarebbe andato in ferie.  Adesso decidiamo dall’oggi al domani di partire e questo in fondo, non è poi così sbagliato. A noi piace viaggiare, senza farci troppi problemi, e tornare a casa con la soddisfazione di aver visto o rivisto posti incantevoli. Perché, parafrasando Manfredi, anzi Petrolini: “Finché c’è la salute e un par de scarpe nove puoi girar tutto il mondo!”

Ci sono a volte degli intoppi, ma capitano spesso sorprese tanto piacevoli quanto inattese. Ci piace andare un po’ alla ventura, anche se in realtà, con una Giulietta comoda sotto il … voi sapete cosa, il viaggio non è mai troppo stressante e poi, con un autista bravo come il mio, vado tranquilla e fiduciosa e cerco le info di cui ho bisogno sullo smartphone mentre si viaggia.                                                                                  Il mio autista, come ho già detto, ha il solo difetto di essere apprensivo riguardo la possibilità di trovare un posto per passare la notte al coperto. A quello ci sarebbe rimedio, gliel’ho già spiegato migliaia di volte: basterebbe viaggiare col camper.  Ma Lui non vuole, ha sempre sostenuto che siamo vecchi e che dormire in camper per noi è scomodo ( per noi che dormivamo nella Canadese!).

Ma durante il ritorno ecco un’altra incredibile sorpresa: Lui dice che l’anno prossimo potremmo noleggiare un camper per il nostro viaggio vacanza estivo e così non avremmo più il problema di dover trovare una sistemazione per la notte. Inaudito!      Ma è una promessa solenne e, se saremo ancora su questo schermo, la manterrà. Anche se so già che riuscirà a vedere il bicchiere mezzo vuoto per qualche altro motivo … ma, come forse disse Armstrong, “è un piccolo passo per l’umanità, ma un grande passo per la nostra coppia”. Resta da vedere come la prenderà Giulietta!

 

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Giulietta in Toscana 3ultima modifica: 2020-10-12T14:47:40+02:00da picci-teacher
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