La bambina che voleva incontrare un lupo

di Annalisa Rabagliati
lupo
Un giorno d’estate, come accade in una fiaba molto nota, una mamma chiese alla sua figliola di andare dalla nonna a portarle un cesto con qualche golosità, perché la povera vecchia era ammalata di malinconia. La ragazzina non se lo fece dire due volte: quale migliore occasione per godere di un po’ di libertà e indipendenza?

Prima di uscire guardò dalla finestra: era una bella giornata, ma vi erano nuvoloni bianchi in lontananza. Sta’ a vedere che nel pomeriggio si sarebbe messo a piovere! Le toccava mettersi la mantellina impermeabile, quella rossa con il cappuccio, grazie alla quale non solo tutte le sue compagne la prendevano in giro, chiamandola Cappuccetto Rosso , ma capitava perfino che qualche vicino la chiamasse così, senza neppure preoccuparsi di conoscere il suo vero nome!

Pazienza! L’importante era che aveva il permesso di andare da sola attraverso il bosco e che poteva indossare con la fantasia i panni della protagonista di una delle sue favole preferite!
Così la nostra ragazzina , che per comodità chiameremo anche noi Cappuccetto Rosso o, meglio ancora, Cri, si armò di mantello, stivali e cestino e si avviò verso la casa della nonna, che in realtà non era molto distante dalla sua, ma sorgeva proprio al di là di un boschetto di querce e pioppi, dove spesso si recava con i suoi in cerca di funghi.

Si inoltrò nel folto degli alberi seguendo il sentiero di terra battuta che permetteva di attraversare la macchia senza perdersi. Si udivano cinguettii e fruscii da ogni parte , il verde tenero delle foglioline nuove si mescolava al colore scuro di quelle più vecchie, il cielo era sereno e l’aria frizzante.

Cri respirò a pieni polmoni, assaporando la gioia di essere all’aperto.
Certo la mamma aveva dimostrato una gran fiducia in lei, ma quante raccomandazioni!
Non doveva fermarsi a raccogliere pratoline e trifogli, né tanto meno funghi, non doveva perdere tempo ad osservare gli scoiattoli, non doveva cercare di individuare i merli canterini tra gli alberi, né aspettare inutilmente che una ghiandaia si posasse proprio su un ramo vicino a lei per rimirarne i colori, ma soprattutto doveva evitare di dare confidenza ai cani randagi , perché erano pericolosi quasi quanto il mitico lupo!

Che barba! No, non avrebbe raccolto i funghi, anche se non ne aveva mai visti tanti come in questo momento, né si sarebbe fermata ad ascoltare gli uccelli che la incantavano o ad accarezzare i cani randagi. Ma la mamma non aveva raccomandato di non sedersi sull’erba e così, appena vide uno spiazzo verde di muschio sotto un albero, si accomodò. Il muschio era soffice e morbido come il velluto e il tronco pareva fatto apposta per essere usato come schienale.

Cri decise che non ci sarebbe stato niente di male se avesse fatto un riposino e iniziò a pensare a tante cose, ad esempio a come avrebbe reagito se le fosse capitato di vedere un lupo, un lupo vero! Quello che la mamma non avrebbe mai sospettato era che lei sognava di incontrarlo un lupo e di parlargli, proprio come faceva con i cani, proprio come era accaduto a Cappuccetto Rosso, perché Cri non credeva affatto che il lupo fosse cattivo, ma era convinta che fosse solo un povero animale che aveva avuto un’infanzia infelice.

Si chiedeva solo come lo avrebbe riconosciuto, se lo avesse incontrato sul serio. Beh, non era così difficile, lo aveva visto tante volte nelle illustrazioni sui libri: prima di tutto era un quadrupede, dal pelo scuro, aveva i dentoni affilati, una coda lunga, ma non troppo, era abbastanza grosso di corporatura ed aveva le orecchie grandi e il muso appuntito …..

Mentre era assorta nei suoi pensieri Cri non si era accorta che uno strano silenzio era calato nel bosco…gli uccelli avevano smesso di cantare , le lucertole di giocare a rimpiattino e gli altri animali nascosti tra le felci avevano smesso di frusciare. Sollevò il capo ed ecco che si trovò dinnanzi un’enorme creatura mai vista prima!
Era un quadrupede, dal pelo scuro, aveva i dentoni affilati, una coda lunga, ma non troppo, era grosso di corporatura ed aveva le orecchie grandi e il muso appuntito ….Anzi più che un muso sembrava un naso, un naso lungo come una proboscide!

Cri era un po’ intimidita , ma non molto spaventata, forse più che altro stupita di vedere l’animale, a maggior ragione quando questi la salutò con voce cavernosa:
“Ciao Cappuccetto Rosso, sono io, sono il lupo !”
“Il lupo? Tu sei il lupo?” chiese lei diffidente.
“Certamente ! Non vedi? Sono un quadrupede ,ho il pelo scuro, i dentoni affilati, una coda lunga, ma non troppo, sono abbastanza grosso di corporatura ed ho le orecchie grandi e il muso appuntito!”

“Davvero sei il lupo? –ripeté Cri ed aggiunse subito dopo, scrutando l’animale :” Ma che orecchie grandi hai!”
“È per sentirci meglio!” rispose lo sconosciuto con sicurezza.
“Che naso lungo hai!” continuò la bambina.
“Per annusare meglio!” disse lui, certo di non sbagliare.
“Che denti lunghi hai!” insistette Cri.
“Per rosicchiare meglio?” azzardò titubante il sedicente lupo.
“Peccato che quei dentoni siano delle zanne e non servano certo a rosicchiare!”

“Dove vai, bella bambina?” provò a chiedere cortesemente l’ animale.
“Non cambiare discorso!- l’interruppe seccata Cri. – Se fossi il lupo dovresti già sapere che vado dalla nonna!”
“Lo sapevo già infatti, ma mi hanno detto che queste erano le battute che dovevo dire…” replicò lui.
“E io dovrei credere che sei un lupo! –esclamò Cri – Ma che favole mi racconti?”
“Quella solita, che mi hanno detto di seguire quasi alla lettera..” ammise l’animale.
“Chi , chi ti ha detto di farlo?” domandò Cri sempre più incollerita.
“Ma lui, lui! Il lupo, il mio amico lupo!” Confessò la povera bestia.

“Quindi è il lupo che te lo ha suggerito? E perché ? E tu, chi sei tu ? “ incalzò la bambina.
Poco mancava che la grossa creatura scoppiasse a piangere. Non aveva la forza di rispondere e, quasi parlando tra sé e sé, disse: “Vai a fare i piaceri agli amici!”
Faceva un tale effetto vedere una bestia di quella stazza rimanere senza risposte , completamente indifesa di fronte al piglio deciso della ragazzina, che lei si commosse e, con un tono più dolce , ma pur sempre inquisitore , chiese : “Di che amici stai parlando e, soprattutto , chi sei?”

“ Ma del lupo, no? E non lo vedi che sono un mammuth?” crollò infine il mammifero.
“Un mammuth? Ma non si sono estinti da milioni di anni? Non mi dire che ti sei inventato un’altra favola!”
“No, no, è vero! Sono estinto, ma sono proprio un mammuth!” protestò l’animale preistorico.
“Cosa mi racconti? Come fai ad essere qui se sei estinto?”
“Lascia che ti spieghi, per favore” supplicò il mammuth.
“E va bene, -concesse lei – sentiamo quest’altra storia!

“Un tempo , milioni di anni fa,- iniziò il mammuth – vivevo felice nelle montagne qui vicino, ma poi venne la glaciazione e moltissimi animali come me , non sopportando il mutamento del clima e non trovando più di che nutrirsi, si estinsero. Io rimasi intrappolato in un crepaccio tra i ghiacci e venni ricoperto da uno strato sempre più spesso di brina .”
“Come un surgelato!” ridacchiò la bambina.

“Non so se sia così, io ho capito di essere caduto in un sonno profondo, senza più aver bisogno di mangiare, bere e muovermi per cercare il cibo. Eppure, non so come, continuai a vivere..”
“Ti eri ibernato, semplice! E come hai fatto a risvegliarti da un letargo così lungo?”
“Non so come accadde , ma sulla montagna che nei secoli fu sempre innevata , ultimamente scese via via meno neve , finché un giorno la temperatura fu così alta che tutto il ghiaccio che mi rinchiudeva come fosse un involucro si sciolse ed io mi ritrovai libero, con le zampe anchilosate, ma libero!”

“Dev ’essere colpa del riscaldamento globale…- rifletté Cri -ma va’ avanti, cosa accadde dopo?”
“Cominciavo a sentire un po’ di fame, ma non sapevo cosa fare, dove andare, non riconoscevo i luoghi, ero proprio spaesato! Non c’erano più ghiaccio e neve, ma non avevo idea di come procurarmi del cibo. Mi misi a piangere per la disperazione! Singhiozzai così forte che mi si avvicinò un essere che non avevo mai visto, ma che mi ricordava vagamente qualche bestia del tempo lontano in cui ero stato felice.

“Non mi dire che era il lupo!” –disse Cri incredula.
“Sì, proprio lui! Mi portò in un posto dove c’era tanta erba già tagliata per rifocillarmi e poi volle ascoltare la mia storia e mi raccontò la sua. Anche lui, come me, un tempo viveva libero con tanti compagni della sua specie, cacciando nei branchi e nelle greggi le prede più deboli e, la notte, ululando alla luna. Si era avvicinato a me proprio perché i miei singhiozzi gli ricordavano i suoi ululati.

Purtroppo negli ultimi due o tre secoli l’uomo aveva mosso contro il lupo una caccia feroce e spietata, non uccidendo, come faceva lui, solo gli esemplari più deboli, ma tutti i soggetti, indiscriminatamente. Alla fine del secondo millennio restavano sulla montagna ben pochi esemplari, nonostante ci fossero uomini che nutrivano dubbi sulla necessità di sterminarli. Anche il lupo e la sua specie rischiavano di estinguersi come migliaia di specie animali che scompaiono ogni anno dalla faccia della terra. Lo sapevi che oggi è minacciato di estinzione il 23 % dei mammiferi e il 12 % degli uccelli? A me lo disse il lupo, consapevole del pericolo . Mi commossi : avevamo molto in comune. Diventammo amici.”
“E poi?” Chiese Cri asciugandosi una furtiva lacrima.

“ E poi cercammo di dare il nostro piccolo contributo alla salvezza delle specie animali e, di conseguenza, del pianeta. Ma cosa potevamo fare noi due da soli? Concentrammo i nostri sforzi in particolare sulla situazione del lupo e pensammo di agire sulla cultura che genera l’odio contro questa bestia, già nelle storie antiche, fin dall’epoca dei Romani, per continuare con le favole per i bambini. Perché se è vero che esse nascono in tempi in cui il lupo era pericoloso per i pastori e i contadini, non ha senso che si continui a considerare cattivo e malefico un animale che in realtà deve temere molto di più dall’uomo. Le parti si sono invertite, ma il lupo non si sogna di sterminare il genere umano. Il lupo è un predatore e spinto dalla fame uccide. Quanti uomini uccidono senza aver fame?”

“Hai ragione- disse Cri – e che cosa avete pensato di fare?”
“Come avrai capito volevamo agire sul versante culturale, cambiando il finale di una storia che tutti conoscono e che ha fatto tanto male ai lupi! Perché il cacciatore deve per forza uccidere il protagonista?”
“Beh, sai, sono nate tante versioni diverse di questa storia, più moderne, più politicamente corrette, più attente ai diversamente buoni…..- spiegò Cri – in realtà il lupo è un simbolo e rappresenta la cattiveria che è insita nell’animo umano”
“Da quel poco che so di lui, l’uomo non è un animale molto buono, mi pare….” Concordò il mammuth.

“È vero, hai detto un sacco di cose sacrosante e starei qui ore a parlare con te- concluse Cri – ma purtroppo si è fatto tardi, caro Mammuth, e penso proprio di doverti lasciare per andare dalla nonna. Me ne stavo quasi dimenticando!”
“Come ? Te ne vai? Credevo che fossimo diventati amici! Cosa dirò al lupo? Resta con me a parlare ancora un po’ ,non sai quanto mi sento solo. Sapessi che bisogno di calore umano ho, dopo tutti quegli anni passati nel gelo! Ti prego non andartene! Ti prego.. vuoi proprio che mi metta a piangere?”

E il mammuth iniziò a versare lacrime, dapprima poche e sparse, poi sempre più abbondanti e si mise a singhiozzare sempre più forte. Ma i suoi singhiozzi non sembravano ululati, piuttosto brontolii, ruggiti, rombi di tuono…
Quando le gocce le bagnarono il viso Cri si svegliò e capì che si era addormentata come un’incosciente, pur sapendo che sarebbe potuto scoppiare un temporale! Raccolse il cestino e si mise a correre a casa della nonna, che le avrebbe certo dato dei vestiti asciutti, magari uno di quelli che aveva cucito per lei : uno bellissimo come quello di Cenerentola al ballo , uno da principessa come quello di Biancaneve oppure quello di Alice nel Paese delle meraviglie, che le sembrava il più adatto per l’occasione.
Però, che splendido sogno aveva fatto!

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La bambina che voleva incontrare un lupoultima modifica: 2016-12-18T22:08:08+01:00da picci-teacher
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