L’interpretazione dei segni

di Annalisa Rabagliati
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Due segni sul dorso della mano destra. Due tagli paralleli che andavano dalla base del pollice al polso. Due ferite evidentemente inferte da una lama. Eppure neanche una goccia di sangue. L’uomo dallo sguardo sfuggente protestò la sua innocenza, ma era chiaro che fosse colpevole. Tutto intorno s’era fatto un silenzio irreale: la gente aveva smesso di parlare, stupita e incuriosita dalla reazione della vittima.

Lei aprì la bocca e disse qualcosa, ma non sentì la propria voce e si svegliò, madida di sudore.
Che sogno assurdo! Alice si chiese che cosa poteva significare. Non provava ansia nel ricordarlo, ma aveva molto nitida l’immagine della mano con i due segni, impressi come cicatrici indelebili.
Raccontò il sogno al marito chiedendogli che significato potesse avere secondo lui. Egli però rispose: “ È solo un sogno, cosa vuoi che significhi? Anzi mi stupisco che tu riesca sempre a ricordare i sogni che fai…Io non ne faccio o comunque non li ricordo!”

Era vero: Alice conservava per alcune ore le immagini dei suoi sogni, in particolare quelle degli incubi e, a volte, le rammentava, certamente modificate, per settimane.
Ma questa volta non si trattava di un incubo: non vi era nulla che l’avesse sconvolta, era solo molto incuriosita dal particolare della mano con i tagli. Decise che ne avrebbe parlato con le amiche prima di iniziare il lavoro.
Come ogni mattina, prima di entrare nella scuola in cui insegnava, si incontrò con alcune colleghe per un cappuccino e due chiacchiere al bar. Illustrò loro il sogno per sapere che cosa ne pensassero.

“Due segni paralleli hai detto?- chiese Laura che aveva letto “L’interpretazione dei sogni” di Freud- Pensaci bene: non potrebbero sembrare un organo genitale femminile?”
Le altre scoppiarono a ridere.
“Per favore, non sono ancora le otto del mattino!” pregò Giulia
“Dico sul serio, – insistette Laura – temo che il sogno suggerisca dei problemi intimi che perfino Alice non sa di avere!”

“Sessualmente sto d’incanto!” protestò Alice
“Ma certo,- riprese Laura – voglio dire che magari hai qualche paura inespressa, per esempio quella della menopausa: non hai detto che non c’era sangue e che questa mancanza ti stupiva?”
“Non ascoltarla, Alice,- consigliò Claudia – tutto gira intorno al sesso secondo lei, anzi, secondo Freud!”
“Perché? Non è così? Non è il sesso al centro della nostra vita?” si indispettì Laura.
“Sì, ma Freud, lo sappiamo, era un gran misogino, da figlio del suo tempo,- spiegò Claudia – per lui le donne vivono in funzione dell’uomo!”
“Ma cosa c’entra! Si tratta di paure e bisogni che abbiamo tutti dentro, uomini e donne, anche quelli che negano l’evidenza, come te!” insistette Laura

“E se fosse un sogno premonitore?” suggerì Giulia.
“Ma dai, non esistono sogni premonitori!” la liquidò Laura
“Come no? Non avete studiato la storia? Costantino sognò una grande croce con la scritta “In hoc signo vinces” prima di convertirsi al Cristianesimo e riportare una grande vittoria!” ricordò Giulia

“Lo sai, saputella, che adesso si dice che molto probabilmente quella fu una “spiritosa invenzione” politica? La storia la scrivono i vincitori e ne studiano tante per farsi belli!”Claudia era maestra nel contraddire, ma anche Laura l’appoggiò:
“Visto che aveva vinto giustificò con un presunto sogno la sua sete di potere!”
“Beh, ci sono anche sogni che ti avvertono di avvenimenti negativi. – disse Giulia – Pensate a quello fatto dalla moglie di Giulio Cesare la notte prima che lui fosse ucciso. Al mattino lo scongiurò di non andare in Senato, perché aveva sognato …”
“Ma figurati, sono tutte dicerie!- interruppe Laura – Come quando prevedevano il futuro guardando il fegato di animali morti.”

“Almeno sognando non si sacrificano bestie innocenti!” osservò Alice
“ È il progresso che non ci fa più credere in cose assurde, sogni, sacrificio di animali, volo degli uccelli, oggetti che si spostano da soli, la cartomanzia …-spiegò Claudia
“Guarda che queste cose esistono, pensa a quante persone hanno visioni, pensa a Gustavo Rol!” protestò Giulia

“E chi è?” chiese Alice
“Chi era, vorrai dire! Era un veggente, uno che parlava con gli spiriti.” rispose Giulia
“Un personaggio famoso, eppure pensa che io abitavo vicino a casa sua e non sapevo neanche che esistesse!” aggiunse Serena che fino ad allora aveva taciuto.
“Se no saresti corsa a consultarlo?” la irrise Laura
“Calma, calma, non parliamo di spiritismo adesso, fermiamoci al significato dei sogni.” implorò Alice

“Insomma, io a certe cose non ci credo.” proclamò Claudia lapidaria e aggiunse : “Ti rendi conto di quanta gente si fa abbindolare da sedicenti medium che vogliono solo spillar denaro?”
“Ma neanch’io credo a cose irrazionali, però che i sogni dicano qualcosa secondo me è vero!” dichiarò Giulia
“ È il famoso detto: non è vero, ma ci credo!” insinuò Laura
“Non si può prevedere il futuro, a maggior ragione con un sogno!” insistette Claudia e, rivolta ad Alice: “E poi che cosa vuol dirti questo sogno? Che andrai a farti medicare al Pronto Soccorso?”

“Magari i sogni sono un po’ camuffati, se no li capirebbero tutti, anche gli scettici come te!” disse Giulia
“Infatti sono solo i creduloni che ci cascano!” la rimbeccò Claudia e Giulia, di rimando: “Sarei io la credulona?”
“Basta, basta, per carità! Non litigate già di prima mattina!- intervenne Serena- Ho io la soluzione: i sogni sono solo sogni, ma ti aiutano nella vita reale. Sai quanti soldi ti fai al lotto se giochi i numeri dei sogni?”
“Ma nel mio sogno non c’erano numeri!” fece Alice

“Ma i numeri li puoi trovare tu, consultando la smorfia napoletana!”
“E dove la trovo?”
“Ma su Internet, no?” risposero tutte in coro
“Alla faccia del progresso!”
“Puoi sempre chiedere a qualcuno che la conosce o consultare un libro..” consigliò Serena
“E cosa dovrei cercare?”

“Mah, per esempio che numero è la ferita, anzi il taglio, anzi due tagli…. Aggiungi il numero che significa mano, la destra…” Rispose Serena, ma Claudia la interruppe :
“Ma smettila! Hai detto bene prima: i sogni sono solo sogni, sono l’attività del cervello, che non stacca mai del tutto e, a riposo, rielabora il vissuto della giornata…”
“Vedi che mi dai ragione?-disse Laura trionfante- Rielabora e porta a galla, dall’inconscio, i desideri e le paure represse.”

“E allora perché certi sogni sono più belli o più brutti o strani?”
Laura cercò di spiegare: “Dipende dall’importanza che ha per il tuo inconscio un certo argomento o dal timore che ti suscita…”
“..e da cosa hai mangiato la sera prima!” terminò Claudia
Si misero a ridere e Alice precisò che non ricordava proprio quel che aveva mangiato.
“Però, – osservò Serena- ricordi i sogni di mesi fa e non quello che hai mangiato ieri sera!”
“È perché ho una memoria selettiva!- si giustificò Alice- e poi la notte è stata tranquilla, questo sogno l’ho fatto al mattino, proprio prima di svegliarmi.”

Naturalmente Claudia non era d’accordo: “Questo non lo puoi affermare con certezza, non puoi calcolare bene i tempi durante il sonno!”
“Resta il fatto che mi ha impressionata al punto da svegliarmi! Per questo mi piacerebbe sapere se significa qualcosa.”
“Se dovessimo star dietro ai sogni, tutti i giorni ci sarebbe da interrogarsi su qualcosa” ammise saggiamente Giulia
“Meno male che io non li ricordo mai, così non perdo tempo a pensare a cose irreali!” aggiunse Claudia
Laura approvò: “Giusto, andiamo al lavoro! Sognare di arrivare in ritardo, quello sì è un incubo ricorrente!”
“Io ho proprio sognato che arrivavo in ritardo per colpa delle mie amiche chiacchierone!” concluse Serena e tutte risero.

Si avviarono verso la scuola discutendo di temi più urgenti, ma, mentre le amiche parlavano, Alice non poté fare a meno di chiedersi chi di loro avesse ragione: la scettica Claudia, tutta matematica e concetti non negoziabili o Laura dalla fiducia inalienabile nella psicanalisi; Giulia, aperta verso ipotesi alternative o Serena, più semplice e prosaica?

Tutte avevano in comune la più o meno manifesta fede nella razionalità, eppure, perfino la quasi scienziata Claudia era una devota osservante della religione, che non si può seguire con il raziocinio. Laura esprimeva la propria fede in Freud, ma Alice si chiedeva se si potessero misurare con esperimenti obiettivi le teorie psicanalitiche. Giulia, la storica, era sempre dibattuta tra ciò che si può apprendere dai documenti e ciò che si vuole credere dando fiducia alle testimonianze. Forse Giulia, nonostante la sua cultura, era una facile preda per le bufale del web. E Serena? Sarebbe stata disposta a credere a tutto, se le fosse tornato utile, purché non le avesse posto eccessivi problemi. Magari aveva ragione lei, meglio non farsi troppe domande, essere più concreti. In quanto a lei, Alice aveva passato tutta la vita immersa nei dubbi e non sarebbe certo cambiata dopo quella discussione.

Entrata in classe venne completamente presa dal lavoro e ogni ricordo del sogno svanì. Anche la discussione del mattino fu presto dimenticata: chiacchiere da bar, argomento chiuso. Si trovò ad affrontare spiegazioni, compiti, alunni timidi, altri più vivaci, ragazzi attenti, altri meno attenti. Bidelli che portavano circolari, documenti da consultare, colleghi con cui decidere quando e cosa programmare, attività da organizzare, progetti da rendere reali e poi la ricreazione con liti da sedare, lacrime da asciugare, sogni da farsi raccontare…..È bello avere un lavoro che ti piace e tiene occupata la mente: non hai il tempo per altri problemi.

Finite le lezioni Alice riprese il pullman per tornare a casa. Lì c’era la solita ressa: molti studenti chiassosi stavano stravaccati sui sedili, mentre casalinghe reduci dal mercato, cariche di borse, si lamentavano della poca educazione odierna e persone di ogni età mandavano messaggini o raccontavano ad alta voce i fatti propri al cellulare.
Alice, aggrappata con il braccio destro ad un sostegno, guardava apatica dal finestrino, nell’inutile attesa che qualcuno scendesse dal mezzo per avere uno spazio vitale meno ristretto.

Ad un tratto provò una sensazione inconsueta, come se stesse accadendo qualcosa di strano e, in quello stesso istante, con la coda dell’occhio scorse una mano posata sulla borsa che teneva a tracolla, appoggiata alla spalla destra. La borsa aveva entrambe le cerniere parallele aperte e se ne poteva scorgere il contenuto. Alice si volse a destra e vide un uomo, il proprietario della mano, che venne ritirata fulmineamente. D’istinto lei gli chiese ad alta voce: “ Che cosa sta facendo, lei, con la mia borsa?”
L’uomo dallo sguardo sfuggente protestò la sua innocenza, ma era chiaro che fosse colpevole. Tutto intorno s’era fatto un silenzio irreale: la gente aveva smesso di parlare, stupita e incuriosita dalla reazione della vittima.

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L’interpretazione dei segniultima modifica: 2017-03-21T22:25:15+01:00da picci-teacher
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