Sui Social

di  Annalisa Rabagliati

Tempo fa un caro amico mi ha rivolto una battuta scherzosa a proposito delle fotografie che pubblico su Fb. Mi ha chiesto se ricevo una prebenda dagli uffici turistici, perché quasi ad ogni foto aggiungo una descrizione o una noterella storica o geografica. Gli ho risposto che c’è chi pubblica foto di gattini o polemiche pseudo politiche o catene di Sant’Antonio e io mi sento libera di mettere le foto dei luoghi che visito. In quanto alle notizie che aggiungo, so di farlo perché sono stata maestra e mi è rimasto il vizio dell’indottrinamento …

Però la battuta è capitata a fagiolo, perché mi sono sempre chiesta se quando pubblico fotografie dei miei viaggi la cosa possa interessare qualcuno o no. Ho uno zoccolo duro di amici che mi seguono e ne sono contenta, perché, se così non fosse, a che scopo pubblicare? Non lo si fa certo per darsi, come si diceva una volta, delle arie, perché questo sarebbe un pavoneggiarsi senza merito, come darsi arie perché si apprezza un tipo di musica anziché un altro. Ma il dubbio che forse tanti, come me, nutrono, rimane. A chi interessano i nostri post?

Un pensiero tira l’altro e mi è venuto da riflettere sull’uso che viene fatto da noi utenti dei social, nella fattispecie di Facebook. Milioni di persone se ne servono ogni giorno per tenersi in contatto con amici più o meno reali, per riallacciare rapporti con persone che non vedevano da anni, per trovare l’anima gemella! Tutti possono dire la loro idea, anche quelli che un tempo erano tagliati fuori da ogni dibattito, diventando da spettatori passivi membri attivi, a volte con esiti tali che viene da pensare che fosse meglio quando certi individui non avevano la possibilità di esprimersi. Mi riferisco a quelli che insultano chi non la pensa alla stessa maniera e al clima quasi di odio che a volte si crea.

Mi domando se questa fosse la finalità degli inventori di Fb, oltre a quella, più che legittima, di fare soldi. È stata l’invenzione del millennio ed è stata premiata da un’adesione quasi universale, diventando esempio di partecipazione democratica. Ma ora spesso la giusta libertà di espressione supera i limiti della ancor più giusta capacità di autoregolarsi per meglio convivere. E un altro grande problema su cui si sta ancora indagando è la compravendita dei dati sensibili di noi utenti, che siamo la vera ricchezza e fonte di guadagno di chi detiene i social, per non parlare della possibilità tutt’altro che remota degli hacker di influenzare la pubblica opinione con le ormai note “fake news”. Viene da domandarsi perché sono nati i social e a che cosa veramente servono. Prima non li avevamo e vivevamo lo stesso!

Un dato è certo: i social servono a collegare molte persone perché possano discutere del più e del meno. Come una volta ci si ritrova tra amici e ciascuno ha il suo modo per entrare in relazione con gli altri. Questo significa parlare di sé, dei propri gusti e preferenze e ciò non si fa soltanto a livello esplicito, pubblicando le foto della propria casa, della propria colazione, dei propri piedi, ma anche rilanciando foto di gattini o filmati buffi.

Io non ho l’abitudine di spulciare tra i siti per trovare qualcosa da pubblicare. Se condivido un post che approvo, è quello di uno dei miei contatti. Normalmente però preferisco scrivere i miei post in prima persona e questo significa comunicare agli altri le cose che mi colpiscono, in senso positivo o negativo. Non sono la sola a farlo: le foto che si pubblicano dei viaggi sono testimonianza di quanto si è visto di bello, che ha dato gioia. Nessuno, pubblicandole, si ritiene superiore agli altri, perché sa di non aver nessun merito della bellezza dei luoghi, ma vuole solo far partecipi gli amici delle proprie sensazioni.

Viaggiare è sempre una bella esperienza, qualsiasi sia il modo scelto per farlo. Chi ha più salute o meno anni potrà compiere scelte più ardite rispetto ad altri, a prescindere dal costo. Il viaggio regalerà sempre nuove emozioni e nuove conoscenze. Non è detto però che viaggiare sia l’unico modo di conoscere luoghi e persone interessanti. È lo spirito con cui si approccia la vita quello che conta. Se non puoi per motivi vari viaggiare, significa forse che non puoi conoscere gente valida o fare esperienze diverse? Anche la gente che sta intorno a te, nella tua vita quotidiana, ti riserva sorprese, a patto di saperle cogliere.

E quando si trovano su Fb foto di viaggi o citazioni di frasi celebri o i soliti Buongiorno, Buon Lunedì, Buon Ferragosto, occorre considerare che qualsiasi cosa si pubblichi l’intento è lo stesso.
Bisogna essere generosi e grattare la scorza banale di foto di gattini o di filmati buffi e capire che cosa vogliono, anche inconsciamente, comunicare, e, secondo me, quello che tutti questi ingenui post comunicano è: ” Ehi, ci sono anch’io a questo mondo, voglio essere qualcuno per te!”

E così si resta nel circolo vizioso dell’attesa del Like, della conferma dell’occhio di riguardo dei tuoi amici, più o meno consapevoli di contribuire alla ricchezza di chi detiene i social, che sfrutta l’ingenuità dei sentimenti umani. Hai visto l’ultima puntata di Presa diretta?

A questo punto si dovrebbe lasciar perdere, ma ormai il mondo è iperconnesso e non partecipare alla sarabanda di opinioni farebbe sentire tagliati fuori, a meno di non essere uno spirito superiore, che riesce a fare a meno del contatto con gli altri, ancorché virtuale. E allora, caro mio potenziale lettore, ecco perché pubblico questo mio spunto di riflessione, perché non posso telefonare a tutti per intavolare un discorso e non ho foto di gattini da elargire!
A proposito … chissà se mi lascerai un commento o, almeno, un like?

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Sui Socialultima modifica: 2018-10-18T15:59:53+02:00da picci-teacher
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