Amor materno

bicycle-3758313__340[1]di Annalisa Rabagliati

“Mamma, te lo devo dire subito, ho incontrato una ragazza fantastica!  Credo che sia la volta buona! ”                                                                                                                                               L’entusiasmo del figlio contagiò immediatamente Laura:” Dev’essere davvero così, non mi hai mai parlato delle altre ragazze!”                                                                                                             “Sono così felice! Voglio proprio che tu la conosca!”                                                                         “Se tu sei felice figurati io, amore! Falla venire a pranzo domenica!”                                               “No, mamma, non voglio nessun incontro formale, non voglio che diventi un lavoro per te, ma che tu la conosca in un’occasione normale … per esempio, potrei presentartela oggi, quando vieni  in piscina, dove viene anche lei, che ne dici?”                                                                                       “Va bene, sono contenta di incontrare questa ragazza che è stata capace di farti confidare con tua madre! Come si chiama?”                                                                                                          “Margherita, ma tutti la chiamano Daisy. Dovresti averla vista, viene in piscina già da un po’, vedrai che ti piacerà.”                                                                                                                              Laura fu molto rassicurata al sentire quel nome. “Si chiama come tua nonna! Una bella coincidenza, mi sa che è di buon augurio!”

E così, dopo il pranzo, come in ogni pomeriggio estivo, Laura prese il borsone con ciabatte e asciugamano, mise gli occhiali da sole e inforcò la bicicletta per recarsi alla piscina dove l’attendeva il figlio, che era uscito di casa un’oretta prima di lei. Di solito Filippo non era impaziente, ma questa volta era chiaro che non stava più nella pelle all’idea di vedere la sua ragazza e anche Laura era molto curiosa di conoscerla e aveva cercato di accelerare i tempi nel riordinare la cucina per salire in bici. Si chiedeva quale delle frequentatrici della piscina potesse essere la prescelta di suo figlio: forse quella biondina che stava sempre in un angolo a leggere? Oppure quella brunetta che era davvero uno schianto? No, più probabilmente era una del gruppo con cui Filippo e altri giocavano a pallavolo, tutte ragazze normali di famiglie perbene, comunque. Una o l’altra per lei non contava, l’importante era che aveva visto finalmente Filippo felice.

La strada di campagna che dalla villetta di Laura conduceva al centro sportivo era lunga circa cinque chilometri e, nel lungo tratto finale, pianeggiante. Prima si dipanava tra i campi, poi costeggiava alcuni casolari all’antica, per arrivare a un sobborgo abitato punteggiato di casette moderne. Non era un percorso difficile da compiere in bici, neanche per una donna di una certa età e di un certo peso, ma in alcuni punti  in salita a Laura veniva un po’ di fiatone.

Proprio nel momento in cui arrancava Laura venne superata da un’altra bici, una cosa normale, visto che la strada era frequentata da molti ciclisti con tutine aderenti, casco protettivo e scarpette adatte. Laura ci era abituata, ma questa volta si trattava di una ragazza di colore, vestita in modo decisamente inadeguato per la bici, con un abito svolazzante e zatteroni dalla zeppa altissima ai piedi. Laura si chiese come facesse a pedalare con quelle scarpe e pensò che potevano essere pericolose, ma si sa, chi vuol essere alla moda non bada molto alla sicurezza. Finita la salita raggiunse la giovane, che si era messa ad andare più adagio per guardare il telefonino e la superò.

Mentre Laura, soddisfatta per  il figlio,  continuava a chiedersi chi potesse essere la sua  ragazza, le passò davanti quella di colore che si era messa a premere più velocemente sui pedali. Niente di strano: visto che la ciclista era giovane aveva raggiunto Laura facilmente. Poi però si era rimessa ad andare piano e Laura con una  bella rimonta la superò di nuovo. Dopo poche pedalate la ragazza si riportò in avanti, per poi rallentare come prima. A Laura venne da ridere, mentre l’oltrepassava ancora, pensando che stavano interpretando una personale versione di Peppone e Don Camillo nella scena di un film visto e rivisto.  Ma questa volta la ragazza nel superarla nuovamente si girò e le fece la linguaccia! Ma come si permetteva? E chi la conosceva? Adesso gliel’avrebbe fatta vedere lei! Laura raccolse le sue forze di ultracinquantenne e sferrò un attacco degno della maglia rosa. Ma la negretta non si arrese e non solo la staccò di brutto, ma prima di sparire all’orizzonte alzò la manina  destra dal manubrio e gliela mostrò. Anzi, le mostrò che bell’anello portava al dito medio.

Laura rimase di stucco! Ma … e l’educazione? Era così che ci si comportava con una persona più anziana? Meno male che lei almeno era educata, se no le avrebbe gridato i peggiori insulti di cui era capace: “ Stupida, cafona, maleducata! ” e, forse, anche “nera di ….! Venite da noi con mille scuse, ci rubate il lavoro, vi comportate come se foste a casa vostra, credete di essere come noi, ma siete dei selvaggi! Vi mancano le basi della civiltà!” Questo le avrebbe detto! Invece no, non disse  niente, perché  lei era di un altro livello, non a caso aveva educato suo figlio nel rispetto delle persone e delle regole! Chissà al contrario che genitori, che famiglia aveva quella povera ragazza, sicuramente era figlia di trogloditi, incivili, incapaci di buona creanza … Ma sì, che cuocesse nel suo brodo, meglio non mescolarsi con gente simile.

Intanto che le sbolliva l’ira, Laura era arrivata alla piscina. Posò la bici, prese il borsone ed entrò nel centro sportivo.                                                                                                                           Filippo le venne incontro sorridendo : “Eccoti finalmente, mamma! Lascia che ti presenti Daisy!”   “Piacere, signora!” e Daisy porse a Laura una manina dalla pelle color ebano con un vistoso, pacchiano anello al dito medio.

 

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Amor maternoultima modifica: 2020-01-24T23:12:08+01:00da picci-teacher
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