Il canto del cibo – Incipit

di  Annalisa Rabagliati

Marmellate di limoni di Sorrento, di arance tarocco di Sicilia, di mandarini tardivi di Ciaculli, confetture di pesche di Leonforte, di ramassin della valle Bronda, di pere martin sec del Saluzzese, di rabarbaro di montagna, di mela annurca, di zucca, di cachi, di corbezzoli , di puciu , di sorbe, e poi composte di marroni e di fichi mandorlati, di pesche nettarine all’amaretto e gelatine di ribes rosso e di ribes nero, di uva spina, di …
Quel supermercato era il paradiso della gola e della biodiversità.
Un delirio di differenze di coltivazioni e di produzioni artigianali, un supplizio per una golosa intenditrice che doveva al tempo stesso tener d’occhio la bilancia e il portafogli: ma veniva una tale voglia di assaggiar tutte e quante le confetture!
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… Allungai la mano per arraffarne una a caso, ma, mentre stavo per agguantare l’agognato vasetto, la coscienza di compiere un gesto antidietetico mi fece girare il capo e intravidi in fondo al reparto una donna che mi guardava. Che cosa voleva quell’impicciona? La scrutai a mia volta per un lungo attimo: sembrava essere sui sessant’anni, portati senza residui di civetteria. Mi avvicinai per farle capire la sua sgarberia e per vederla meglio. La donna mi venne incontro. La sua figura era appesantita dalla vita in su, gli abiti denunciavano la voglia di praticità, come le scarpe, comode e non certo finalizzate a dare un incedere sensuale. Aveva un volto stanco, segnato dal tempo, i capelli un po’ scomposti. Lo sguardo indagatore che mi fissava si illuminò di sorpresa appena la identificai …

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Il canto del cibo – Incipitultima modifica: 2018-07-02T16:17:20+02:00da picci-teacher
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