Vuoi tu venir Giulietta ?

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di Annalisa Rabagliati

 

Verso la fine d’Agosto, dopo il periodo di quarantena come tutti e i mesi di caldo estivo soffocante  mio marito ed io siamo finalmente riusciti a prenderci una vacanza.

Per noi la vacanza non consiste nell’ andare su una spiaggia affollata, meta ancor più dubbia in questi tempi di Covid. Per noi vacanza significa recarci in qualche posto abbastanza lontano, muovendoci in libertà con la nostra auto, che, negli ultimi anni, si chiama Giulietta.

Quale regione più adatta del Trentino, per andarci con lei? Ricordate la vecchia canzone “Vuoi tu venir Giulietta, vuoi tu venire con me?” Sicuramente non la conoscete, ma non fa niente, vi garantisco che la scelta è stata azzeccata, soprattutto perché la montagna può garantire la giusta distanza fisica (non sociale…).

Abbiamo deciso da un giorno all’ altro, come ci capita sempre più spesso negli ultimi anni e siamo partiti senza una prenotazione o una destinazione precisa. Sapevamo solo di voler tornare in quella regione e ci siamo diretti a Trento, dove per miracolo abbiamo trovato una stanza, in un alberguccio modesto, ma decoroso, affacciato proprio sulla piazza del Duomo. Abbiamo patito un caldo infernale quella notte e dire che avevamo scelto il Trentino proprio per stare un po’ al fresco, noi, che stiamo in fondo alla campagna …

L’indomani è stato necessario decidere in quale valle andare e, visti i pochi giorni a disposizione, ci siamo limitati ad una meta vicina, la val di Fiemme, dove eravamo già stati due volte, ma che questa volta abbiamo goduto maggiormente. In val di Fiemme, precisamente in val Floriana, l’anno scorso andammo, all’ inizio di marzo, proprio perché lì la popolazione celebra il Carnevale con manifestazioni veramente genuine che hanno radici antiche, sono autentiche tradizioni delle nostre montagne, un argomento che, come avreste capito leggendo il racconto “Il cervo” su questo blog, mi appassiona.

Anche qui abbiamo trovato miracolosamente una stanza, in un buon albergo, perché pareva che tutto il mondo avesse scelto di trascorrere le vacanze in Trentino, nonostante siamo bombardati di messaggi che dicono che non ci sono soldi, che la gente non si muove per il Covid e via dicendo. Chiaro che chi non ha soldi non può fare ciò che vuole, ma intanto tutte le spiagge del lago di Garda erano affollate, non c’era posto dove parcheggiare per ammirare il panorama e tutti gli alberghi delle valli erano pieni. Grazie al cielo però ci è andata bene e grazie all’ organizzazione turistica di quella regione abbiamo trascorso bei giorni.

Noi, che siamo fondamentalmente cittadini, abbiamo potuto dedicarci a passeggiate in alta montagna, anche se io avevo un po’ di fiatone, essendo molto fuori forma. E così abbiamo goduto di panorami spettacolari, inalato aria fine e assaporato, non sempre, purtroppo, il silenzio della montagna.

Il primo giorno ci siamo immersi nella riserva naturale del bosco di Paneveggio, quello degli abeti rossi di risonanza da cui si trae il legno per fabbricare i violini. Qui si transita su un ponticello retto da funi, come un ponte tibetano, sul baratro sul fiume e si possono ammirare i cervi liberi e non impauriti dall’ uomo. Abbiamo purtroppo constatato i gravi danni fatti dall’ uragano del 2018 in val di Fiemme:  migliaia di alberi distrutti e sradicati, che pena! Però dal pianoro davanti al bosco si ammira la bellezza delle Pale di San Martino, esempio meraviglioso di Dolomiti, che al tramonto si tingono di rosa.

Negli altri giorni con  cabinovie e funivie abbiamo raggiunto il Passo Feudo del Latemar a 2200 metri e, pure a 2200 metri, il Palon dell’Alpe Cermis ( la cui cabinovia ebbe sciaguratamente tranciato il filo da un aereo militare americano anni fa, ricordate?).   In auto abbiamo raggiunto il Passo Rolle, famoso per il Giro d’Italia e, in un altro giorno, il meraviglioso Lago di Carezza, che però si trova nella val d’Ega, sul lato bolzanino del Latemar. E abbiamo anche visto la cascata di Cavalese, meno imponente di quelle norvegesi, ma ugualmente bella.

In un giorno di pioggia siamo riusciti a visitare il museo delle Dolomiti di Predazzo, ricco di spiegazioni di geologia e storia, con la ricostruzione di un dinosauro piccolo, ma un po’ raccapricciante. Nel museo viene spiegato che questi massicci dolomitici erano milioni di anni fa degli atolli in mezzo al mare. Credo che sia principalmente questa, oltre la diversa composizione rocciosa, la causa fondamentale delle differenze tra le nostre valli e montagne piemontesi e quelle trentine.

Tornando a casa abbiamo cambiato strada e visitato il lago di Molveno, all’ inizio della val di Non.  Un bel posto frequentato, ma tranquillo, molto più del vicino paese di Andalo, dove proprio in quei giorni un uomo è stato assalito da un orso. Fatta salva la solidarietà al campeggiatore aggredito, che per fortuna se l’è cavata, mi domando dove l’orso abbia trovato il coraggio di arrivare al paese di Andalo, che mi è parso, transitandovi, un luogo troppo a misura di turista, ricco di costruzioni moderne, alberghi, spa e locali pretenziosi; affollatissimo: una specie di Bardonecchia o Sestriere             all’ ennesima potenza. Come avrete capito io non ci andrei mai in vacanza (a meno che mi venisse gentilmente offerta, ovvio).

E così eccoci qui, tra le colline del vino, aspettando che il clima diventi più clemente. A proposito di vino, ne abbiamo comprato anche lì, alla cantina del lago di Toblino, quello della canzone: “Spunta la luna ciara, sopra Castel Toblin…”  Come? Non conoscete neanche questa? Solo rap conoscete? Mi spiace per voi, è come se apprezzaste solo un tipo di vino, tanto per restare in tema.

Oggi piove e forse sarà questo il cambiamento autunnale, tanto atteso, che però due o tre settimane fa ha già causato un bel po’ di danni e inondazioni in diverse parti del nord Italia, Torino compresa: ultimamente accade sempre più spesso.

Su questo blog non si possono caricare più di un paio di foto, per di più non troppo “pesanti “e dire che ne ho scattate tante e spesso son riuscite proprio belle. Se vi va di vederne alcune per rifarvi gli occhi andate su Instagram, dove mi chiamo picci_teacher oppure sul mio profilo Facebook Annalisa Rabagliati. Lì ne troverete una valanga (a proposito di montagna…), segno che la vacanza, seppur breve, è piaciuta sia a me che a mio marito. E a Giulietta? Lei non sa parlare, ma, sicuramente, su quei tornanti si è divertita molto!

 

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Vuoi tu venir Giulietta ?ultima modifica: 2020-09-21T18:43:12+02:00da picci-teacher
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