Una storia di paura

IMG_20210310_200731 (2)di Annalisa Rabagliati

 

Oggi è una bellissima giornata e decido di andare subito a fare un giro per non impigrire troppo. Di mattina  l’aria è più frizzante, gli uccelli sono più canterini ed è meno facile che ci sia altra gente. La primavera inizia ora e sta già svolgendo il suo compito: violette e pratoline ovunque, gemme rosa e bianche che sbocciano sugli alberi, la vita che rinasce. Mi sento d’ottimo umore e cammino sul sentiero al limitare del bosco, fermandomi ogni tanto per scattare foto con lo smartphone. Non ho una meta precisa, questo è il  bello di queste passeggiate, e non ho paura di trovare qualche animale selvatico, come un cinghiale, perché gli animali sono timorosi dell’uomo, preferiscono non farsi vedere.

Sto proprio pensando che  non incontro quasi mai nessuno sul mio percorso, né braccianti che vanno a sistemare le vigne, né contadini che vanno a curare i campi, quando d’un tratto in fondo al sentiero vedo un uomo che non ha l’aspetto di un contadino e cammina nella mia direzione. Non so perché, ma, contrariamente al solito, questa volta mi prende una certa apprensione: realizzo  di essere sola e piuttosto distante dall’abitato. Se costui fosse un malintenzionato, anche se gridassi, nessuno sentirebbe, o, comunque, potrebbe intervenire troppo tardi.

Ma forse esagero con il timore, perché dovrebbe avere cattive intenzioni? Non credo di essere stata catapultata nella canzone del cacciator del bosco, ho un’età che mi salvaguarda da certe attenzioni … Però da distante forse non si capisce che sono già una pensionata,  anche perché se incrocio qualcuno metto la mascherina. E se mi aggredisse? E se fosse un depravato in cerca di pastorelle anziane? Un gerontofilo? Poco probabile. Assai più facile che mi  possa aggredire per rapinarmi. Be’, non ho la borsa, non porto né orologio, né anelli, ha poco da rapinare.

Oddio! E se mi prendesse il  telefonino? Il preziosissimo telefonino: il mio contatto col mondo, il mio sportello bancario, il mio obiettivo fotografico, il mio album di ricordi portatile. Che posso fare? Ecco, si sta avvicinando sempre di  più, che  intenzioni avrà? Adesso fuggo. E se mi corre dietro? È sicuramente più veloce e più  forte di me e mi prende subito! E se invece non avesse brutte intenzioni, che figura ci faccio? Sarei proprio ridicola a scappare. Meglio far finta di niente e affrontare l’ignoto con coraggio. Ora che  lo sconosciuto è vicinissimo vedo che è ben vestito. Senza la mascherina, però, che delinquente! Come posso difendermi? Ho il cuore in gola, ma cerco di non darlo a vedere.

Mi passa di fianco, a un metro solo di distanza,  mi dice: “Buongiorno” e continua  per la  sua strada. Ricambio il saluto e tiro un sospiro di sollievo, mi  vien quasi da ridere. Come ho potuto aver una simile assurda paura? Lo so io il perché. Da quando c’è questo maledetto Covid non abbiamo più  fiducia nel prossimo, abbiamo imparato ad evitare i nostri simili, che  ci appaiono pericolosi a prescindere. Mi fermo, devo proprio raccontarlo con un Whatsapp alle amiche. Cerco nella tasca della giacca il telefonino, ma non lo trovo, istintivamente mi giro e, orrore! Vedo il tizio di prima che mi corre incontro, trafelato. Ecco, dico a me stessa, vedi che avevo ragione? Aveva fatto una finta, ha visto che non c’era nessuno ed è tornato per sorprendermi, e io sono qui, impietrita e incapace di reagire. Devo scappare! Troppo tardi! Mi ha raggiunta.

“Signora, aspetti!- dice il malintenzionato – Ho trovato in terra questo smartphone, non sarà mica suo?”

 

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Una storia di pauraultima modifica: 2021-03-10T19:46:14+01:00da picci-teacher
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8 pensieri su “Una storia di paura

  1. Racconto che esprime bene le sensazioni che si provano in questo periodo anomalo, con un finale divertente e un po’ spiazzante

  2. Simpatico scorrevole . Descrittivo dei tempi che stiamo vivendo. Tempi che ci rendono fragili e paurosi diffidenti e spesso non proprio amichevoli con il prossimo che sente esattamente quello che tutti stiamo vivendo.. la paura!

  3. Avrei reagito nello stesso modo, purtroppo questo Covid ci ha portati a non avere più fiducia nel prossimo e ad avere paura di tutto e di tutti! Bel racconto

  4. Mi è piaciuto, scorrevole nella lettura. Effettivamente riporta il pensiero che assale quasi sempre noi femmine quando andiamo a fare anche solo brevi passeggiate in posti non troppo frequentati…

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